
06 Mar Vince il Sassicaia
Duello Italia-Francia nel bicchiere all’osteria A’ Pagliai. Ebbene sì: ci siamo cascati di nuovo! Il duello di bottiglie Italia-Francia è ormai un nostro pallino fisso!
Non c’è niente da fare, ci piace proprio vedere come se la cavano le nostre eccellenze con i blasonati cuginastri d’oltralpe.
Questa volta abbiamo voluto mettere sul ring, al meglio delle due riprese, due pugili simili per caratteristiche: i pesi medi Borgogna e Piemonte (più leggiadri) e i pesi massimi Bordeaux e Toscana (più possenti).
Non ne è scaturito un unico vincitore, un Rocky Balboa che urla “Adrianaaa” non c’è stato. Probabilmente i vincitori siamo stati noi, i presenti alla degustazione, perché ogni vino ci ha parlato di sé, affascinandoci…
Nota a margine: il vino che ha ottenuto il miglior punteggio è stato “monsieur Sassicaia”.
AI PAGLIAI GRANDI PIATTI PER GRANDI VINI
Tommaso Salvatori e Antonio Pieri, i simpatici e preparatissimi titolari della splendida osteria di campagna A’ Pagliai di Querceta (Lucca), ce lo avevano assicurato: “Faremo del nostro meglio per reperire materie prime a livello della serata enologica”, e sono stati di parola. Agnello, piccione, pernice, tartufi e altre chicche hanno impreziosito il percorso.
Poi ci ha pensato Nino Salvatori, da anni un “grande dei fornelli” che ha scritto pagine importanti della Versilia a tavola, a preparare e cuocere con estrema sapienza il tutto.
Bene, portate come il risotto (monumentale), il piccione (cottura perfetta e accostamenti azzeccati) e l’agnello (appagante comfort food) – piatti che per altro sono spesso in carta da queste parti – resteranno nei nostri ricordi, come anche gli stuzzicanti appetizer di benvenuto, espressione di artigiani del gusto, su tutti lo splendido battuto iniziale.
Una cena davvero di livello, fatta di sostanza, di sapori veri, di gusti decisi, che ci fa venir voglia di tornare nella rustica e accogliente sala del caminetto.
IL MENÙ DEGUSTAZIONE
A’ PAGLIAI
- Fettunta con olio nuovo Quercetano, pecorino fuso e tartufo nero
- Salame Cremonese Igp selezione Aimi
- Caciocavallo di Agnone Pat Caseificio Di Nucci
- Battuto al coltello, cipolla caramellata e tartufo
- Risotto alla pernice
- Tagliolini al tartufo
- Piccione al fieno con salsa di carote e riduzione all’arrosto
- Coscio d’agnello in forno a legna con le patate
- Bomboloncini caldi con cioccolato e crema
LA DEGUSTAZIONE ITALIA-FRANCIA
(i punteggi, in centesimi, sono la media delle valutazioni espresse da parte del panel di degustatori)
A seguire trovate le tre parti di cui si è composta la degustazione:
1° parte: Prima della Sfida
2° parte: Piemonte vs Borgogna
3° parte: Toscana vs Bordeaux
PRIMA DELLA SFIDA
MERSAULT LES VIEILLES VIGNES 2015
VINCENT GIRARDIN
Vigne di 60 anni conferiscono uno chardonnay che rispetta le caratteristiche varietali del Mersault. Mandorle tostate, burro e fiori bianchi. Lo abbiamo degustato in aperitivo e ha svolto degnamente il suo ruolo di apertura. Pulito e piacevole.
PUNTI 87,6
CHAMPAGNE EGLY OURIET BRUT TRADITION
DÉGORGEMENT 2006
Una bottiglia di Egly è sempre un viaggio. Specialmente se, come nel nostro fortunato caso, si ha l’occasione di stappare un vecchio dégorgement: il nostro risaliva al luglio 2006. Complessità e opulenze bilanciate dalla freschezza di questo “cavallo di razza” che ci diverte ogni volta.
PUNTI 90
PIEMONTE vs BORGOGNA
BARBARESCO ASILI 2012
AZIENDA AGRICOLA FALLETTO DI BRUNO GIACOSA
Dal nobile ‘cru’ Asili, il nebbiolo di Giacosa emoziona e convince per un’ammaliante eleganza tutta francese ma un carattere e un nerbo orgogliosamente sabaudo. Al naso la viola, frutti rossi e spezie. Un levigato tannino accompagna un sorso che appaga. Personalmente è il vino della serata che più mi ha fatto sognare.
PUNTI 91,8
NUITS-SAINT GEORGES LES VAUCRAINS 2009
DOMAINE ROBERT CHEVILLON
Il naso di questo pinot noir è già di per sé un punto di arrivo: la freschezza di piccolissimi frutti rossi e neri e l’arancia rossa vanno a fondersi magicamente con le nuances di vaniglia, caffè e cacao amaro. La bocca è croccante, rispondente alle caratteristiche riscontrate a livello olfattivo. Persistenza importante. Gran sorso di Borgogna vera.
PUNTI 92,4
TOSCANA vs BORDEAUX
SASSICAIA 2001
TENUTA SAN GUIDO
Dopo averlo apprezzato, tantissime volte e confrontando numerose annate, questa 2001 ci pare senza dubbio una delle versioni migliori di monsieur Sassicaia, quantomeno se ci riferiamo al primo decennio del nuovo millennio. Prendendo dunque in considerazione le annate dalla 2000 al 2009, nella mia personalissima classifica collocherei la 2001 al pari della 2008 e un pelo sotto la ottima 2009. Va detto poi che dal 2011 in poi l’asticella si è ulteriormente elevata, con annate incredibili come la 2011, la 2012 e, soprattutto, le pluri-premiate 2015 e 2016 (per molti autorevoli esperti e testate giornalistiche sono entrambe da 100 centesimi!). Così, anche stasera, abbiamo apprezzato l’ennesimo e convincente elogio del gran cabernet (85% sauvignon e 15% franc): naso austero di china e rabarbaro a prevalere sulla parte fruttata di mora e cassis, poi ancora pepe nero, noce moscata e toni balsamici di eucalipto. In bocca si rivela teso, possente. Un vino da aspettare ancora per molti anni. Futuro radioso. Personalmente lo trovo un vino da 94 punti pieni… Che probabilmente andranno a salire negli anni.
PUNTI 93
GRAND VIN DE LÉOVILLE 2001
CHÂTEAUX LÉOVILLE-LAS-CASES
Léoville-las-Cases proviene da un ‘grand clos’, un terroir straordinario per suolo e microclima, nella parte settentrionale di Saint-Julien, al confine con Pauillac, posto proprio accanto all’altro blasonatissimo Château Latour: in esso si coniugano così l’eleganza di un grande Saint-Julien e l’austerità di un Pauillac. Va detto che anche questo splendido bordolese, come il cugino “bolgherese-bordolese” Sassicaia, è stato oggetto di nostre numerose degustazioni, e ci piace davvero sottolineare la costanza di ciascuna annata, di ciascuna singola bottiglia, davvero impressionante: Las Cases ha una continuità davvero non comune. Cabernet sauvignon (69%), merlot (19,5%), cabernet franc (9,5%) con piccolo saldo finale di petit verdot, il bicchiere emana profumi intensi di cassis, di amarena, tabacco, cannella e tartufo nero. In bocca è avvolgente, lungo, profondo. Tannino felpato. Note di cacao e caffè. Vino sostanzialmente morbido, che si concede senza ritrosie. Impossibile restare delusi dall’ennesima, grande, bottiglia di Léoville Las Cases.
PUNTI 92,8
QUANDO SASSICAIA FA RIMA CON GRANDE ITALIA
In un’epoca in cui l’Italietta tira avanti con fatica, tra una crisi economica galoppante ormai da anni e problemi di gestione politica e sociale del paese, ci piace vedere e ammirare un’Italia vincente, un’Italia che funziona: è quella del vino.
Nella fascia medio-bassa del prodotto si assiste a un progressivo affermarsi su scala mondiale (soprattutto negli States) del Prosecco. Mentre per la fascia alta, beh, non si può che ringraziare il Marchese Incisa della Rocchetta che con il suo gran vino bolgherese sta veramente spopolando. Così, se il Sassicaia 2015 era stato premiato come “Miglior Vino del Mondo” da Wine-Spectator, l’anno successivo il Sassicaia 2016 ha conquistato per la seconda volta (la prima fu l’annata 1985) la prestigiosa valutazione di 100/100 da Robert Parker, una delle più importanti e autorevoli guide internazionali.

Monica Larner, The Wine Advocate
Riportiamo la descrizione completa della valutazione con cui Monica Larner di Robert Parker ha attribuito i cento centesimi:
“Il Sassicaia 2016 è un vino di successo. L’ho assaggiato più volte sia in botte che in bottiglia, e il meritato punteggio di 100 punti che vedete qui è stato assegnato con entusiasmo alla conclusione di un mini verticale in cui ho assaggiato e confrontato l’annata 2016 rispetto al 2015 (a cui ho assegnato 97 punti). Ha perfettamente senso presentare queste due eccellenti annate in modo comparativo, perché sono due delle migliori di Bolgheri e di Tenuta San Guido. Sono annate molto simili con lunghi e caldi mesi estivi che hanno alimentato una stagione di crescita prolungata. Il 2016 è stato leggermente più piovoso, e in termini analitici questa annata ha un po’ più di acidità. Tuttavia, i risultati nel bicchiere sono straordinariamente diversi. L’annata 2015 è esuberante, rotonda, succulenta e immediata, mentre l’annata 2016 mostra nitidezza e precisione. Questa grande acidità lo porterà a lungo nel futuro mentre il vino completa il suo lento corso evolutivo. Questo vino ha un sapore netto di mora, ciliegia matura, erbe grigliate e spezie. I sentori fluiscono dal bicchiere in un flusso continuo e sono tutti contrassegnati da intensità radiante. La sensazione è lunga e persistente. La freschezza della spina dorsale tannica del vino si bilancia perfettamente alla profondità dei sentori di frutta. A mio parere, il Sassicaia 2016 si erge vicino all’epica annata 1985 che è stata il punto di riferimento definitivo per il vino italiano.”
Testo e foto di Gianluca Domenici
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