
27 Nov I Templari a Torre a Cenaia
Storie, vicende ed enigmi si intrecciano all’ombra di una Torre. Nei sotterranei della “Casa Turrita”, la Villa fortificata del borgo di Torre a Cenaia, in provincia di Pisa, su un’antica vasca in pietra, torna alla luce un antico segno. La traccia incisa, dai tratti inconfondibili, rivela l’emblema dei Cavalieri dell’Ordine dell’Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme.
Una Tenuta millenaria nella campagna pisana. Nobili famiglie alla guida di un vasto territorio. Marchesi Bartolini Salimbeni, Conti De Bearn – Valery, Conti Pitti Ferrandi. Infine, il rifugio di un magnate tedesco sul finire della Seconda Guerra Mondiale.
Metti un borgo dalla storia millenaria, un vasto e fertile territorio per secoli al servizio di nobili casate provenienti da tutta Europa, ville fortificate e castelli dimenticati, locali sotterranei dall’origine sconosciuta… Ed ecco pronto un mix pieno di misteriose sorprese!
Quella dei Cavalieri Templari a Cenaja è sembrata all’inizio un’occasione come tante per far parlare di sé. Eppure, l’eredità della Storia affiora con decisione nella Tenuta di Torre a Cenaia lasciando tutti sbalorditi, con la sua evidente carica di significato, sogno, mistero.
Ripercorriamo insieme le tappe di questa straordinaria scoperta.
I SOTTERRANEI DI VILLA VALERY
Villa Valery è oggi un edificio abbandonato ricco di fascino. I Conti Valery – De Bearn, arrivati dalla Francia tra Ottocento e Novecento (dopo i Marchesi Bartolini Salimbeni), vollero un edificio più “signorile”. L’antica villa fortificata, la “Casa Turrita” simbolo della Tenuta, si rivelava troppo agée per una nobiltà di quel rango. Ecco che nel 1879 edificarono una splendida nuova villa, arricchendola con elementi liberty e “alla moda francese”.
Per far questo dovettero rinforzare le fondamenta del primo edificio: qui trovarono antiche stanze sotterranee, ricche di cunicoli che i precedenti proprietari avevano sigillato per motivi di sicurezza, con tanto di date e firme dei sovrintendenti ai lavori. Rinforzarono il solaio della nuova villa e utilizzarono il vasto locale come cantina e ghiacciaia.
A metà Novecento, i locali sotterranei vennero abbandonati. “Il Tedesco” Otto von Flick, potente magnate che occupò Villa Valery fino agli anni Settanta, sembra non averli mai utilizzati. Probabilmente, visto l’innalzarsi della falda acquifera, fu lui a decidere di abbandonare e interrare definitivamente quei locali sotterranei, ormai inutili.
LA CROCE DELLE OTTO BEATITUDINI
E’ stata l’attuale proprietà, le famiglie Terzi Coppini, a rinvenire casualmente i locali sotterranei e a riportarli alla luce, scoprendo a poco a poco i tesori che celavano. Oltre a numerose iscrizioni che attestavano gli ultimi lavori di messa in sicurezza, ciò che più colpì fu una croce, all’apparenza “pisana”, sulla base di una grande vasca al centro della sala principale.
Per anni dimenticata al buio e alle acque di quelle che potevano apparire come semplici cantine sotterranee, è grazie a una casuale visita dell’Associazione Storico Culturale Il Cuore di Bartolomeo, presieduta a Antonello Borella, che la “croce templare di Cenaia” è tornata finalmente a raccontare una storia straordinaria, mostrando tutto il suo insospettabile valore.
Allo stesso tempo, si è iniziato a capire che la fitta rete di cunicoli che si diramano da quella sala, altro non sono che un antico sistema di difesa che percorre l’intero borgo della Tenuta e non solo. Dai racconti dei più anziani e dalle testimonianze d’archivio, si è visto che uno di questi tunnel conduce a un luogo lontano circa un km dalla Casa Turrita, in mezzo ai boschi di Torre a Cenaia, laddove fino al XII secolo d.C. sorgeva il Castello di Cenaja. Ecco che si deduce facilmente che i locali sotterranei in cui è stata scoperta la Croce hanno almeno ottocento anni.
Questo simbolo di epoca medievale ha in realtà origini ben più antiche. Compare già nel V secolo d.C. come emblema dei Nestoriani e, in occidente, poco dopo è assunta nel vessillo degli Amalfitani che la incisero perfino nelle loro monete, il tarì. Questi fondarono un ospedale a Gerusalemme nel 1023, proprio dove ritroviamo, appena due anni dopo, l’Ordine degli Ospitalieri di San Giovanni.
Metti dei sotterranei dimenticati, un gruppo di studiosi e antichi segni su un muro: gli ingredienti di una storia che ha dell’incredibile!
E’ una mattina d’estate e l’Associazione Storico Culturale Il Cuore di Bartolomeo arriva nella Tenuta a caccia di sponsor per una serie di iniziative culturali. Uno di loro è il massimo studioso in Italia di simboli templari, il professor Luigi Battistini. Casualmente, viene fuori che uno dei suoi lavori più rappresentativi è una decennale ricerca sulla simbologia della croce: ha raccolto migliaia di segni in tutta la Toscana e non solo. Ne fa vedere alcuni (che porta con sé su una pennina usb!) agli addetti ai lavori di Torre a Cenaia.
“Ma lo sa che, anche nei nostri sotterranei, c’è una croce simile a questa?”
Il professore e i suoi consociati saltano sulla sedia.
Occorre andare a vedere, subito!
“Ma la cantina sotterranea è piena d’acqua”, viene detto al professore, “Ci dispiace, ma i locali sono inagibili. Purtroppo la falda acquifera si è alzata molto negli anni passati e non c’è modo di scendere oltre i primi gradini”.
Il professore pare non ascoltare nemmeno ed esce risoluto. Il gruppo arriva all’inferriata che chiude i sotterranei. Un leggero strato di fango sul pavimento attesta che c’è stata acqua, ma al momento tutto è miracolosamente all’asciutto. Possono entrare.
Il professore viene accompagnato al punto in cui molti anni prima l’intonaco fradicio di umidità si è sbriciolato, rivelando sotto di sé la pietra serena incisa con una splendida croce. Si trova ai loro piedi, ai margini di un’antica vasca di cui si ignora il primo uso.
Al professore e agli altri brillano gli occhi. Non proferiscono parola, ma si capisce che di fronte hanno qualcosa di importante.
“Una croce delle otto beatitudini. Una bellissima croce delle otto beatitudini. In perfette condizioni,” bisbiglia fra sé mentre ne percorre il tratto col dito, lentamente. “Signori, qui sotto avete un tesoro!” esclama infine con aria soddisfatta.
E’ proprio così che tutto è cominciato.
E oggi possiamo narrare che, nel lontano Mille e Trecento, pochi anni dopo che i Cavalieri Templari furono sospesi da Papa Clemente V nel 1312, qualcuno incise questa pietra e, per ragioni sconosciute, la pose nei sotterranei di Torre a Cenaia. Chi tracciò questa Croce delle Otto Beatitudini apparteneva senza dubbio all’Ordine di San Giovanni, i cui monaci “ospitalieri” ereditarono tutti i beni dei Templari dopo il loro scioglimento.
Secondo il Cuore di Bartolomeo e il professor Battistini, si tratta proprio di un segno tangibile del Sovrano militare ordine ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta, ovvero un’incontestabile prova che gli antichi terreni della Tenuta hanno fatto parte di un vasto possedimento templare, poi giovannita.
Torre a Cenaia
Antica Tenuta Pitti
Cenaia (Pisa), via Livornese n. 55
Tel. 050 643739
info@torreacenaia.it
www.torreacenaia.it
Ringraziamo per la disponibilità Gabriele Panigada, che al momento della raccolta delle informazioni necessarie alla stesura del testo ricopriva il ruolo di Communications Manager presso Torre a Cenaia.
Testo e foto di Cinzia Donati
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